Collezione teriologica

La collezione teriologica del Museo Civico di Zoologia comprende circa 800 reperti raccolti in tutte le regioni del mondo. Include tutti gli ordini di Mammiferi, 290 specie e un esemplare tipico, il Fukomys ilariae, roditore della famiglia Bathyergidae. La collezione è costituita in prevalenza da reperti in pelle, molti dei quali sono stati montati ad uso educativo ed espositivo. Una piccolissima parte degli esemplari, prevalentemente Chirotteri della fauna italiana, è conservata in liquido.

La collezione storica proviene dal Museo di Zoologia ed Anatomia Comparata del Pontificio Archiginnasio romano, i cui reperti, una volta custoditi presso il Museo Zoologico della Regia Università di Roma, furono ceduti al nascente Museo di Villa Borghese nel 1932. Alla raccolta originaria si è aggiunta nel corso degli anni una notevole quantità di materiale, in parte raccolto dal vicino ex Giardino Zoologico di Roma (e in minima percentuale da altri zoo e parchi faunistici italiani), in parte derivante dall’affidamento di reperti provenienti dalle ex colonie italiane in Africa da parte dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (ISIAO).

La collezione include esemplari di specie ad elevato rischio di estinzione a causa della distruzione ambientale, del commercio illegale, del bushmeat trade (commercio illegale di carni selvatiche) o della caccia indiscriminata condotta dall’uomo. Le moderne tecnologie consentono di analizzare il DNA di questi antichi reperti e studiare gli effetti genetici della riduzione delle popolazioni. Inoltre, i recuperi sul territorio consentono di monitorare l’evoluzione delle popolazioni selvatiche della fauna italiana.

Fra i reperti di maggiore interesse vi sono specie italiane come la foca monaca (Monachus monachus), di cui sono presenti due esemplari raccolti nel 1891 a Capo Teulada, in Sardegna, dove all’epoca la specie era ancora diffusa; la lontra europea (Lutra lutra), di cui sono conservati una femmina e tre cuccioli provenienti dalla campagna romana, dove le popolazioni di questa specie sono oggi estinte; la lince (Lynx lynx), di cui vengono conservati gli ultimi tre esemplari vissuti sulle Alpi Marittime, donati al Museo da Vittorio Emanuele III di Savoia; l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), sottospecie rappresentata oggi in natura solo da una piccola popolazione di non più di 40 esemplari che vivono nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; lo stambecco alpino (Capra ibex), sino ad oggi fortunatamente sfuggito all’estinzione, di cui il Museo custodisce rari esemplari raccolti sulle Alpi agli inizi del 1900, quando la specie attraversava un periodo di pericoloso declino.

Anche fra i mammiferi esotici sono presenti esemplari di specie ormai rare o a rischio di estinzione: il leopardo delle nevi (Panthera uncia); lo stambecco dei Pirenei (Capra pyrenaica); diversi lemuri del Madagascar; scimmie della foresta tropicale atlantica, come il leontopiteco dorato (Leontopithecus rosalia) ed il titì mascherato (Callicebus personatus), raccolti in Amazzonia negli anni ’60 del XX secolo; scimmie antropomorfe, come l’orang utan di Sumatra (Pongo pygmaeus abelii), il gorilla (Gorilla gorilla), lo scimpanzè (Pan troglodytes) ed il raro gibbone del Borneo (Hylobates muelleri).

La collezione vanta inoltre diversi esemplari poco diffusi nelle raccolte europee, come l’ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus), l’echidna villosa della Tasmania (Tachyglossus aculeatus), il wombat (fam. Vombatidae), il koala (Phascolarctos cinereus), l’istrice arboricolo (Coendou prehensilis), il pangolino (fam. Manidae), l’armadillo (fam. Dasypodidae), la pantera nebulosa (Neofelis nebulosa), lo jaguarundi (Herpailurus yagouaroundi), l’okapi. Quest’ultimo fu donato al Museo Zoologico Universitario da Vittorio Emanuele III di Savoia e fu uno dei primi tre esemplari al mondo ad essere esposto in un museo dopo la descrizione scientifica della specie Okapia johnstoni nel 1901 (il Museo di Londra e quello di Tervuren ospitarono gli altri due reperti).